Filosofo
inglese. Sotto la guida del nonno paterno, Anthony Ashley Cooper primo conte di
Shaftesbury, ricevette un'approfondita educazione umanistica, che
arricchì con lunghi viaggi in vari Paesi d'Europa. Nel 1695 entrò
nel Parlamento quale membro del gruppo Whig, ma presto fu costretto ad
abbandonare la carriera politica per la salute malferma. Negli anni seguenti, si
dedicò intensamente agli studi. Tra i massimi rappresentanti
dell'Illuminismo inglese,
S. subì l'influenza del Platonismo di
Cambridge, dal quale trasse una concezione vitalista e organicista della natura.
In opposizione a T. Hobbes,
S. finì così per fare propria
un'idea dell'uomo come di un essere motivato non dai soli impulsi egoistici, ma
anche da un sentimento di simpatia per il prossimo; questo sentimento, secondo
S., apre l'uomo alla socialità e fa emergere in lui quel
senso
morale che gli consente un'immediata percezione interiore del bene e del
male. La valutazione etica si pone, dunque, come un processo intuitivo e azione
virtuosa risulta quella che realizza una sorta di armonia interna all'individuo;
in questo modo, il sentimento morale rivela, da un lato, la sua totale autonomia
rispetto alla religione (che è, anzi, posteriore alla nascita della
moralità), dall'altro una profonda affinità con il sentimento
estetico (in ciò riprendendo l'unità di bello, buono e vero tipica
della tradizione platonica). La teoria del senso morale di
S.
trovò da subito una favorevole accoglienza e fu successivamente
sottoposta a un'elaborazione sistematica da parte di F. Hutcheson; molto
successo ebbe anche la sua teoria estetica, che influenzò G.E. Lessing e
I. Kant. L'opera fondamentale di
S. è costituita dalla raccolta di
saggi
Caratteristiche degli uomini,
dei costumi,
delle
opinioni,
dei tempi (pubblicata anonima in tre volumi nel 1711), ma
si ricordano anche:
Ricerca sulla virtù e il merito (1699);
Lettera sull'entusiasmo (1708);
Soliloquio o consiglio a un autore
(1710);
Riflessioni miscellanee (1711) (Londra 1671 - Napoli 1713).